Uno strumento che nasce dalla “necessità di diffondere al meglio i contenuti prescritti da norme complesse

La sicurezza sul lavoro ha le sue regole, che però non sempre vengono applicate. E così lavorare, specie in alcuni settori, continua ad essere “pericoloso” e qualche volta addirittura uccide. Spesso perché le misure di sicurezza e i relativi obblighi di legge non vengono osservati dalle aziende. Proprio per monitorare la situazione, rilevando il livello di efficacia delle tutele, nasce quello che il presidente dell’Anmil Franco Bettoni ha definito “l’annuario della sicurezza sul lavoro”. E’ il primo Rapporto Anmil sulla salute e la sicurezza sul lavoro, presentato questa mattina al Senato, “attraverso il quale l’associazione – ha spiegato Bettoni – vuole analizzare, di anno in anno, i principali interventi del legislatore, della giurisprudenza, della prassi amministrativa e del mondo dello studio e della ricerca in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che hanno caratterizzato, in modo significativo, l’anno precedente e la metà dell’anno in corso”.
Uno strumento necessario, dal momento che “abbiamo osservato – ha riferito Bettoni – che, nonostante i numerosi sforzi fatti dal legislatore per migliorare l’apparato normativo in materia, i livelli di efficacia delle tutele restano ancora insoddisfacenti. Specie in alcune aree del Paese ovvero in alcuni ambiti produttivi”. Un quadro, questo, confermato dai dati statistici Inail e dagli esiti delle attività ispettive e di vigilanza, contenuti nel Rapporto dell’Ispettorato nazionale del Lavoro 2016.
Il Rapporto Anmil si propone quindi anche come “un innovativo veicolo culturale che intende contribuire all’innalzamento effettivo del livello di conoscenza e consapevolezza su una materia così eterogenea e complessa, caratterizzata come è dalla presenza di numerose norme, nonché di complesse interpretazioni – talvolta contraddittorie – non sempre direttamente fruibili dai soggetti che pure sono obbligati a rispettarle. Non è dunque casuale la scelta di una massima divulgazione del Rapporto, interamente gratuita, mediante un lavoro realizzato dai nostri esperti e messo a servizio della cultura, dunque di tutti noi”.