Per il 75° anniversario ANMIL in visita da Papa Francesco

Anmil da Papa Francesco accoglie Il presidente Franco Bettoni

A conclusione dei festeggiamenti per i 75 anni dell’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro), il 20 settembre una delegazione di circa 300 persone è stata ricevuta dal Santo Padre, nella Sala Clementina in Vaticano.

Papa Francesco ha elogiato l’impegno dell’Associazione, che raccoglie oltre 320.000 iscritti in tutta Italia che rappresentano circa il 50% di tutti i titolari di rendita INAIL e le è stata istituzionalmente riconosciuta la rappresentanza della categorie delle vittime del lavoro e dei superstiti dei caduti sul lavoro.
Incontrando l’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi sul Lavoro, Papa Francesco ha sottolineato che “il nostro mondo ha bisogno di un sussulto di umanità, che porti ad aprire gli occhi e vedere che chi ci sta davanti non è una merce, ma una persona e un fratello in umanità”.
L’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL) è nata nel 1943 celebra quest’anno i 75 anni di fondazione. Si occupa di lavorare per prevenire gli infortuni del lavoro e tutelare quanti ne sono vittime.
Nel suo discorso, Papa Francesco sottolinea di essere vicino a “quanti, sul lavoro, si sono infortunati con conseguenze permanenti e debilitanti”, ricordando che “Dio consola chi soffre avendo Egli stesso sofferto, e si fa vicino ad ogni situazione di indigenza e di umiltà”.
Il Papa sottolinea che “tutti sono chiamati ad un impegno fattivo di solidarietà e sostegno nei confronti di chi è vittima di incidenti sul lavoro” e che per questo “la scarsità delle risorse, che giustamente preoccupa i governi, non può certo toccare temi delicati come questo, ma non va mai tagliata la solidarietà!”
Papa Francesco esorta l’associazione ad ispirarsi “sempre” alla Dottrina sociale della Chiesa che “richiama costantemente l’equilibrio tra solidarietà e sussidiarietà”, da ricercare e ricostruire “in ogni circostanza ed ambito sociale” perché “da un lato non venga a mancare la solidarietà e dall’altro non ci si limiti ad essa rendendo passivo chi ancora può dare un importante contributo al mondo del lavoro, ma lo si coinvolga attivamente, mettendo a frutto le sue capacità”.
È il reinserimento del mutilato o dell’infortunato nel mondo del lavoro, che nasce da uno stile sussidiario che – afferma il Papa – “aiuta tutta la comunità civile a superare la fallace e dannosa equivalenza tra lavoro e produttività, che porta a misurare il valore delle persone in base alla quantità di beni o di ricchezza che producono, riducendole a ingranaggio di un sistema, e svilendo la loro peculiarità e ricchezza personale”.

Il discorso del Santo Padre all’Associazione

Il discorso del Presidente nazionale ANMIL, Franco Bettoni

 

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