Continua l’impegno dell’ANMIL in vista della prossima legge di stabilità

Il secondo semestre dell’anno rappresenta il momento per l’elaborazione di proposte che potranno confluire nel disegno di legge di Stabilità presentato, solitamente, nel mese di novembre, per la sua approvazione entro la fine dell’anno. L’ANMIL sta quindi lavorando alla definizione degli argomenti da proporre in vista della Legge di Stabilità 2017, in coerenza e in continuità con quanto avanzato negli anni passati e con la piattaforma rivendicativa dell’Associazione. Numerose le proposte di miglioramento in tema di tutela (della categoria), a partire dall’abbassamento del grado di menomazione indennizzabile in rendita, dall’attuale 16% all’11%, per garantire a soggetti con gradi di invalidità comunque significativi un sostegno economico per tutta la vita e la presa in carico continuativa da parte dell’INAIL. Resta tra gli obiettivi dell’ANMIL anche l’ottenimento della definitiva abolizione del divieto di cumulo tra le prestazioni liquidate dall’INPS a seguito di infortunio o malattia professionale e la rendita INAIL che ha per oggetto lo stesso evento invalidante, fino a concorrenza della rendita stessa. Come più volte evidenziato, è ormai auspicabile anche un adeguamento della normativa in tema di assistenza personale continuativa, che consenta di modulare l’intervento rispetto alla gravità della disabilità e alle diversificate esigenze del beneficiario, nonché una riconsiderazione delle prestazioni riconosciute ai superstiti di infortuni e malattie professionali, alla luce dell’evoluzione della società e dei rapporti familiari, con il riconoscimento delle quote integrative della rendita INAIL fino al ventiseiesimo anno di età del figlio o fino al trentesimo in caso di iscrizione ad elenchi o liste per il collocamento obbligatorio. Inoltre, al posto dell’assegno funerario, è giusto che venga riconosciuto un indennizzo in capitale ai genitori dei lavoratori deceduti a causa di un infortunio o malattia professionale quando non risultino familiari a loro carico. Ancora in tema di tutela della categoria, si ipotizza anche l’equiparazione del regime della rendita ai superstiti INAIL (oggi calcolata sul 50% della retribuzione del lavoratore) alla reversibilità della pensione INPS che è invece calcolata sul 60%, mentre si sta valutando l’introduzione di una percentuale differenziata per gli invalidi del lavoro che intendano usufruire del prepensionamento (ai sensi della legge 23 dicembre 2000 n. 388), attualmente pari al 75% indifferentemente per tutte le categorie di disabili. Con un’operazione analoga a quanto già previsto per la gestione Grandi Invalidi e coerentemente con quest’ultima, la percentuale minima potrebbe essere fissata per gli invalidi del lavoro nel 60%. Allo stesso modo, sarebbe auspicabile l’estensione della soglia del 60%, fissata dalla legge di Stabilità 2007 per l’accesso alla gestione grandi invalidi INAIL, anche per l’ottenimento di benefici non direttamente collegati all’assicurazione infortuni, come l’esenzione totale dal ticket per le cure termali, per usufruire dei quali oggi sono previste percentuali più elevate. La situazione attuale, infatti, risulta penalizzante per gli invalidi del lavoro, considerato che la riforma del 2000 ha modificato il calcolo delle invalidità da lavoro con parametri più restrittivi, impedendo così a molti lavoratori infortunati di accedere a benefici collegati al grado di disabilità. A seguito del notevole innalzamento dell’età pensionabile dovuto alle riforme previdenziali di questi anni, è stata poi avviata una riflessione in tema di assegno di incollocabilità, (attualmente riconosciuto agli invalidi del lavoro che non possano usufruire del collocamento mirato), fino al 65° anno di età. L’ANMIL vorrebbe quindi proporre un innalzamento del limite anagrafico per l’erogazione dell’assegno, al fine di tutelare coloro che, raggiunta l’età massima, rimarrebbero privi di qualunque sostegno economico in attesa di ottenere la pensione. Tra i temi ipotizzati, inoltre, il rifinanziamento dell’IRFA (l’Istituto di Riabilitazione e Forma – zione ANMIL) che, negli ultimi anni, grazie al contributo statale ha potuto incrementare notevolmente le sue attività e portare a termine importanti progetti per la formazione dei lavoratori e dei disabili. Sarebbe quindi importante, per la continuità delle iniziative di IRFA, poter contare su nuove risorse economiche. Altrettanto importante, sempre nell’ottica del potenziamento delle attività associative, è la ridefinizione dello stanziamento previsto dalla legge 15 dicembre 1998 n. 438 per l’erogazione del Contributo statale in favore delle Associazioni di promozione sociale. La misura attuale, infatti, non appare più congrua alle esigenze degli enti beneficiari e se ne vorrebbe ottenere l’aumento per il futuro. Si tratta al momento solo di proposte che auspichiamo possano trovare spazio nel disegno di legge di Stabilità, ma per questo occorrerà attendere la fine dell’anno

5 thoughts on “Continua l’impegno dell’ANMIL in vista della prossima legge di stabilità

  1. Tra le proposte di miglioramento utilissime ai grandi invalidi del lavoro incollocabili, bisogna aggiungere all’art. 3 comma 123 legge 244/07 ,dopo le parole’che hanno dato luogo a trattamento di rendita da infortunio sul lavoro’ ‘e coniugi e/o figli di grandi invalidi sul lavoro dichiarati incollocabili. Così che anche i figli o i coniugi dei grandi invalidi del lavoro abbiano lo stesso trattamento riservato alle categorie delle vittime del terrorismo

    ,della mafia, dei caduti per il dovere, e delle vittime di Rigopiano.grazie

    1. I soggetti indicati sono per legge ‘equiparati’agli orfani e vedove di caduti sul lavoro, quindi (per logica),dovrebbero di fatto gia’essere inclusi nel citato comma 123,altrimenti, il termine ‘equiparato, che significa ‘reso uguale’, non avrebbe senso alcuno.Vista l’infelice dizione del suddetto comma , si rende necessario un ben concepito ‘inerpello’ al ministero competente, ovvero una ‘rivendicazione ‘da parte dell’Anmil, perche’ dopo le parole ‘da infortunio sul lavoro’ vengano aggiunte le parole ‘compresi i soggetti ad essi equiparati’. Si porra’ cosi rimedio ad un errore ‘concettuale’ commesso all’atto della scrittura del suddetto ripeto (infelice) comma. Oltretutto la cosa non costa nulla, perche’e’ ‘A COSTO ZERO’. GRazio per l’attenzione.

    2. Ha perfettamente ragione Sig. Renato,anzi a ben riflettere il comma in questione se paragonato ad altre leggi, che riguardano altre pur meritevoli categorie, che tutelano ovviamente i congiunti dei morti,ma anche ed allo stesso modo ,i congiunti di chi per la medesima causa, e’ rimasto totalmente e permanentemente invalido ed incollocabile ‘c.d. grandi invalidi’, se non modificato , e’ in odore di incostuzionalita’, avendo trattamenti diversi per casi similari,art.3 e 38 Costituzione.

  2. I soggetti prima indicati,sono per legge ‘EQuiparati’agli orfani ed alle vedove dei caduti sul lavoro’,quindi ,logica vuole,che siano gia’inclusi nel comma 123, alimenti il termine non avrebbe senso alcuno.vista (l’infelice )dizione del suddetto comma, si rende necessario un ben concepito ‘INTERPELLO’al ministero competente, e se non risolutivo,una azione-rivendicazione da parte dell’Anmil, affinche’ al suddetto comma , vengano aggiunte alla fine le seguenti parole:”compresi i soggetti ad essi equiparati”.si porra’così rimedio ad un ‘errore di fatto’commesso, magari involontariamente, all’atto della stesura del suddetto comma.Oltretutto tale operazione e’ ‘A COSTO ZERO’.Grazie per l’attenzione.

  3. Sarebbe giusto che l’anmil, nella persona del suo rappresentante legale,rivendicare nelle sedi opportune, ‘l’aggiustamento’del comma 123 art.1 legge 244/07 per far si che così come gia’ avviene per altre pur meritevoli categorie (caduti del dovere, orfani di rigopiano, caduti ad opera della mafia e del terrorismo,ed anche per i c.d. collaboratori di giustizia, altre che i congiunti dei morti, vengano tutelati allo stesso modo i congiunti di chi e’ rimasto per lo stesso motivo permanentemente e totalmente invalido al lavoro ed incollocabile, altrimenti il suindicati comma, a mio giudizio oltre che discriminatorio, e’ anche in odore di incostituzionalita’. !!! Questo e’ un ‘lavoro’ che compete all’anmil, che tutela gli interessi di una piu’ che meritevole categoria.

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